venerdì 2 novembre 2012

Allarme CGIA: ogni giorno chiudono oltre 1000 aziende...

Nei primi 9 mesi di quest'anno, hanno chiuso i battenti 1000 imprese al giorno ! 279.000 le attività che si sono fermate, a rivelarlo, la Cgia di Mestre, che sottolinea che ad andare male è stato soprattutto l’artigianato . 
Complessivamente le imprese nate sono più numerose di quelle cessate (+20 mila), ma quelle chiuse (circa 279 mila, circa 1.033 al giorno) hanno dimensioni occupazionali più alte e essendo strutturate con diversi lavoratori alle loro dipendenze. 
"Prova ne sia -sottolineano dalla Cgia- che il tasso di disoccupazione sta crescendo in maniera preoccupante". 
I commenti del Segretario GCIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, chiariscono inoltre che "molte persone hanno aperto un’attività in questi ultimi anni di crisi, non perché in possesso di una spiccata vocazione imprenditoriale, bensì dalla necessità di costruirsi un futuro occupazionale dopo esser stati allontanati dalle aziende in cui prestavano servizio come lavoratori dipendenti"

"Se entro i primi 5 anni di vita il 50% delle aziende muore per mancanza di credito, per un fisco troppo esoso e per una burocrazia che spesso non lascia respiro, c’è il pericolo che la tenuta di buona parte di questi neoimprenditori, figli della difficoltà economica che stiamo vivendo, sia inferiore a quella di coloro che hanno avviato un’attività prima dell’avvento della crisi".
Le riflessione, del Segretario CGIA, è chiara e cristallina, e trova il mio massimo plauso, perchè è questo che rilevo nella mia zona, nel mio piccolo.
La qualità delle aziende che chiudono, non preoccupa solo per l'entità occupazionale, ma anche per l'età di queste aziende; tutte aziende con che spesso avevano superato tutte le difficoltà sistemiche per decenni, occupando numerose persone e, soprattutto, rilevanti competenze professionali...
Per contro, le ditte aperte, sono spesso state create, appunto, da dipendenti fuoriusciti da imprese in crisi; persone che, con la liquidazione ed il poco credito rastrellato, hanno aperto piccole ditte, già gravate di debiti e con prospettive incerte. Sono ditte aperte, con la speranza di CAMPARE e non certo di sviluppare o occupare formare e specializzare persone che non siano il titolare e, al limite, uno o due familiari che fino a quel momento vivevano della retribuzione del titolare.
Ancora una volta, la CGIA di Mestre, porta maggiore chiarezza laddove ne manca; sono questi, i numeri ed i reali problemi della morte economica e produttiva che aleggia, nel nostro assurdo ed iniquo sistema economico, dove muore prima chi più rispetta le (assurde) regole...
La (nominalmente) tanto osannata piccola e media impresa, che occupava migliaia di persone, è implosa, lasciando sul terreno, numerose competenze non più "sfruttate"; un vero danno economico e sociale, di cui non si parla ancora, con la dovuta attenzione e preoccupazione.
"Ora, -aggiunge il segretario della Cgia di Mestre, si apre per necessità, perché magari il posto di lavoro non c’è più e quindi bisogna inventarsi una nuova opportunità lavorativa a scapito delle motivazioni, della preparazione professionale e della capacità organizzativa". I dati riferiti all’artigianato, rileva la Cgia di Mestre, sono ancor più preoccupanti: negli ultimi tre anni il saldo nazionale della nati-mortalità delle aziende di questo settore presenta sempre un segno negativo: -15.914 nel 2009, -5.064 nel 2010 e -6.317 nel 2011. Nei primi tre mesi del 2012 (ultimo dato disponibile) il saldo ha toccato la punta massima di -15.226: i settori più in difficoltà sono quelli delle costruzioni, le attività manifatturiere e i servizi alla persona. 
Se posso aggiungere le mie considerazioni, a ulteriore denuncia della follia di questo stato, oltre alle perdite mostruose di occupazione, competenza e professionalità, oltre ai danni economici e sociali, qui, si va anche configurando una nuova avanzata dell'economia sommersa, del NERO, insomma...
Un NERO, di sussistenza; di sopravvivenza.
I più folli, riaprono mini-aziende, privi delle necessarie capacità imprenditoriali, dovendo vivere sulla loro pelle, tutti i drammi che, gli imprenditori del passato, hanno vissuto, imparando anno per anno, a sopravvivere al sistema Italia, alle sue assurde regole, alla burocrazia asfissiante, alle angherie di un famelico fisco... Quella che il segretario CGIA chiama "competenza imprenditoriale", io la chiamo esperienza nella corsa ad ostacoli; in questo, le nuove traballanti imprese, dovranno cimentarsi, è questa la verità ! Una corsa ad ostacoli, dove l'altezza degli stessi, cambia in continuazione, grazie alle follie dello stato, di tutti gli enti presenti nei territori, e ci metto pure la UE, con le sue belle direttive, sempre supinamente ed acriticamente accolte dallo stato italiano...
Ora, questi neo-imprenditori traballanti, debbono iniziare tutto il percorso daccapo; e che in molti, non ce la faranno, avendo anche sul groppone, debiti, non sono io a dirlo, ma le statistiche del passato, che peraltro NON tenevano conto di una situazione congiunturale tanto drammatica... L'unica costante col passato, è e rimane, la follia dei comuni, degli enti territoriali, dello stato e di chiunque ponga limiti tanto forti e continui alla LIBERTA' DI IMPRESA; oramai, pura utopia in questo paese, al pari di quei concetti di lavoro, equità e solidarietà, tanto cari ai nostri politicanti !!! 
Inoltre, nei settori segnalati da CGIA Mestre, avanza il nero, il sommerso, la illegalità; in questo caso, non mi sento di condannare questi fenomeni, poichè, lo ripeto, stiamo parlando della SUSSISTENZA di migliaia di famiglie e non della voglia di arricchirsi, esercizio peraltro impossibile, in questo paese, e nei settori citati... Non se segui le regole, insomma.
Se la chiamo FARSA da anni, questa economia, ci sarà un motivo ?!?

2 commenti:

piero paris ha detto...

GUERRA ALL'EVASIONE – Non vi è cittadino che non sia terrorizzato dalla prospettiva di essere chiamato da qualche ufficio delle tasse per dimostrare la veridicità della sua dichiarazione dei redditi.
Altri scagnozzi, camuffati da bighelloni, in agguato davanti a botteghe artigiane e mercatini per controllare scontrini e ricevute, sono diventati, insieme a scippatori e rapinatori, il terrore di massaie e bottegai.
Persino i tanto decantati lavoratori dipendenti, il cui numero continua ad assottigliarsi a causa delle fabbriche che chiudono, temono che si tolga loro anche la possibilità di vivere di espedienti.
Le Partite IVA non si aprono solo per vocazione, ma anche e soprattutto per disperazione, i cui possessori vengono pesantemente penalizzati dal demenziale “redditometro” che non tiene conto delle capacità dei singoli operatori.
Gli evasori, quelli veri ed i mafiosi non hanno certo bisogno di scontrini, ricevute o pagamenti con assegni per gestire i loro affari.
L'economia italiana si regge ancora, seppur zoppicando, grazie al lavoro nero ed attività illecite, ma questa feroce caccia a quegli evasori che altrimenti non potrebbero sopravvivere, con assunzioni di nuovi cacciatori e conseguente ulteriore aggravio del peso fiscale, sta portando il Bel Paese verso un funesto orizzonte di guerra civile.
da COCOMIND.com
La voce del dissenso

Unknown ha detto...

100% CONDIVIDO !!! Un solo anno fa, non l'avrei fatto, anche se già era tutta verità, sacrosanta !!! Qua si muore di fisco, oramai; se non è un suicidio collettivo questo allora non so più che dire...
La guerra civile, non è ancora arrivata, per vari motivi, intanto perchè, come ha accennato Grillo, non sapremmo a chi farla; inoltre, l'apparato ha creato uno zoccolo duro di conniventi, talmente grande, da creare enormi problemi di legalità e giustizia sociale; sono peggio della mafia, oramai, poichè numericamente ed economicamente troppi di più !!!

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